07/04/11

Cena culturale, 14 aprile 2011, h 20.30:Leonardo da Vinci e i misteriosi affreschi di Palazzo Besta a cura di Riccardo Magnani


Per la prima volta a Bologna, Riccardo Magnani presenterà la conferenza dedicata a Leonardo da Vinci e le scoperte da lui fatte studiando e analizzando gli affreschi di Palazzo Besta di Teglio che daterebbero la scoperta dell' America a ben prima della sua data ufficiale. La serata seguirà con un menù degustazione delle prelibatezze della cucina degli chef. E' gradita la prenotazione
Venti dipinti che svelano una scomoda verità politica riscrivendo la storia della scoperta dell’America. Venti dipinti, fino a ieri senza paternità, custoditi nel “palazzo Besta” di Teglio in provincia di Sondrio. Il ritrovamento di uno straordinario mappamondo, disegnato alla fine del XV secolo, nel 1493, che ritrae la terra in maniera straordinariamente simile a come si presenta oggi, consegnato al mondo oltre 70 anni prima della “Mappa del mondo” di Mercatore: le terre emerse dopo il Diluvio ma anche le Americhe e l‘Australia e tracce di un territorio verde e lussureggiante, forse Atlantide.Venti dipinti legati tra loro dall’‘uso simbolico della numerazione, da “codici” precisi che si rifanno a concetti filosofico-matematici come la spirale di Archimede, concetto che ha indotto lo studio della Sezione Aurea e della sequenza di Fibonacci.Ma qualcos’altro unisce questi dipinti: sono tutti tasselli di un mosaico che serve a custodire un segreto che reca il sigillo del “grande genio”: Leonardo Da Vinci. Sarebbe lui, infatti, l’autore dei 20 dipinti di palazzo Besta. Ne è sicuro Riccardo Magnani, che dimostra ampiamente la sua tesi nel libro “Anamorphosis” (Edizioni Sangel), un testo destinato a far discutere, in libreria da giovedì 14 ottobre.E c’è di più. Quello che l’autore ha voluto fare, è avviare un vero e proprio lavoro investigativo per arrivare a comprendere quel “messaggio molto complesso che nessuno finora è mai riuscito a comprendere”. Una sorta di macchinosa e geniale caccia al tesoro che vede la “mappa” contenuto ne “La Gioconda”.Tutto parte da lì. Secondo l’autore, infatti, sullo sfondo del famoso dipinto si troverebbero paesaggi che riconducono direttamente alla Valtellina (i monti Moregallo e Resegone, il Gruppo delle Grigne, Ponte Vecchio di Lecco, Monte Barro e la pianura brianzola) disposti, tra il lato desto e sinistro del dipinto a specchio, una tecnica usuale di Leonardo, inserita in molte delle sue opere, secondo una ideale V, la stessa raffigurata ne L’Ultima Cena.Insomma, La Gioconda riporterebbe a Teglio dove è custodita la verità: “Nel raffigurare il mappamondo – scrive l’autore – Leonardo ci vuole confidare l‘ennesima soluzione di un mistero, ovvero il reale retroscena della scoperta dell‘America, i cui confini, ora, assumono dei dettagli netti”.Ecco la verità: le conoscenze geografiche di Leonardo – è scritto nel libro - “permisero alla famiglia Vespucci, grazie alle elaborazioni delle stesse fatte da Paolo Pozzo Toscanelli e dallo stesso Leonardo, di consegnare ai funzionari della Chiesa una possibile via di fuga nella battaglia religiosa che si combatteva tra chiesa d‘oriente e chiesa d‘occidente. Il tramite di questo ‘trasferimento’ fu Lorenzo il Popolano, che mandò Amerigo Vespucci a Siviglia, il quale, sotto lo pseudonimo di ‘Cristoforo Colombo’ e grazie anche ai finanziamenti di Lorenzo il Popolano, ‘scoprì’ il nuovo continente, regalando il prestigio di tale scoperta a Innocenzo VIII, il Papa libertino ed ebreo, sulla cui tomba in Vaticano è la scritta: ‘Durante il suo regno la scoperta di un Nuovo Mondo’.In questo modo Firenze tornò amica della Chiesa, ed un nuovo ordinamento politico le fu assegnato, decretando il decadimento del movimento neoplatonico fiorentino, che però rimase inalterato nello spirito dei suoi artisti, i quali, nel momento in cui affrescarono i Musei Vaticani, non se ne dimenticarono.Nel frattempo, Leonardo, prontamente e opportunamente mandato da Lorenzo il Magnifico a Milano per contrastare il ‘tradimento’ del cugino Lorenzo il Popolano e di Vespucci, ha inteso depositare questa preziosa conoscenza a Teglio”.Ma questo ciclo di affreschi non si ferma a questa denuncia, riproponendo uno schema antico inerente l’origine dell’uomo ripreso poi da una infinità di artisti contemporanei e successivi a Leonardo. Insomma, Anamorphosis è un libro nato dall’esigenza di comunicare al mondo la paternità di questi dipinti in un percorso più ampio, in cui lo scrittore lecchese ci porterà, attraverso un’altra opera di prossima uscita “Solo chi ha dubbi si pone domande” (Edizioni Sangel). Due libri destinati a mettere in discussione l’impalcatura dell’attuale conoscenza convenzionale e aprire la strada a nuove scoperte.


RICCANDO MAGNANI E’ nato a Lecco nel 1963, è laureato in Economia e Commercio alla Bocconi di Milano, dopo studi tecnico-scientifici. E’ un analista economico finanziario e coltiva da sempre una passione personale per la storia, l’archeologia e Leonardo da Vinci in particolare. “…lavora con i numeri e con le logiche di causa e effetto – è scritto nella prefazione di Anamorphosis – indaga nelle situazioni per comprendere la meccanica dei flussi finanziari, dei cambiamenti socio-economici; ma l‘attività dell‘analista, come quella di un bravo investigatore, è sempre quella: considerare gli spazi, ampi, delle manovre o dei giochi, analizzare ogni singola variabile, individuare le cause e prevedere gli effetti; osservare le mosse e gli spostamenti cercando altri punti di vista. Quel punto di vista che è meccanismo da individuare, l‘unico perché la lettura sia vera”.Nel 2008 pubblica la sua prima opera, “La fede è una menzogna più grande dell’opinione – la religione come il wannamarchismo”.

Ristorante All' Arcangelo Michele, via Castiglia 5/d, San Lazzaro. Bologna, 0516259784.


Inizio serata ore 20.30 Menù degustazione (vegetariano su richiesta): 25 euro antipasto primo piatto di pasta fresca fatta in casa scelta di carne o piatto vegetariano Dolce fantasia degli Chef Acqua, vino, caffè Posti limitati, è gradita la prenotazione.

Da pagare direttamente al ristorante

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