17/10/10

Ibiza Magica

Ibiza, terza per grandezza delle isole Baleari con i sui 569 kmq di estensione, oggi è una delle mete turistiche indiscusse ed amate del mare Mediterraneo non solo per i suoi divertimenti e la vita notturna ma anche per le sue meraviglie storico, archeologiche e naturalistiche, patrimonio dell' umanità dal 1999.
Avventurarsi all' interno dell' isola per i campi di terra rossa che contrastano i bianchi mandorli in fiore in primavera, nei boschi profumati dai pini o per le scogliere del nord, risulta essere un' esperienza unica anche per il viaggiatore più esigente, perché Ibiza, nonostante sia un'isola del Mediterraneo ha in sé il profumo dell' oriente e dell' esotico, degli antichi colonizzatori fenici, dei greci, ma anche di tutti coloro che in Ibiza hanno trovato un luogo di pace in cui vivere spinti dalla corrente new age e hippy degli anni 60.
Sin dai tempi più antichi la posizione così centrale nel mediterraneo fece di Ibiza il luogo di incontro per i commerci e di multiculturalità.
Dai greci fu chiamata Pithyusa insieme a Formentera per le numerose e fitte pinete, dai romani EBUSUS, ma i primi e più importanti colonizzatori dell'isola furono i fenici, che chiamarono l'isola Ibosim, nome che derivava da Bes, divinità che per sincretismo fu sia egizia che fenicia legata alla fertilità, ai bambini, alle donne e al buon auspicio.
Numerose sono le leggende sull'isola come quella che vuole che abbia dato i natali al grande condottiero Annibale, più precisamente nell’isolotto di Conillera di fronte alla costa nord, o che gli egizi vi giunsero alla ricerca del materiale per costruire le piramidi.
I fenici ritenevano che Ibiza fosse un'isola vegliata e benedetta dagli dei
e lasciarono numerose tracce della loro dominazione fino alla conquista romana che avvenne nel 79 d.C. e l'isola fu rinominata Ebusos.
Il primo insediamento fenicio stabile dell’ isola fu il giacimento di Sa Caleta nell’ VIII sec. a.C. occupato fino alla fine dello stesso secolo e poi abbandonato, quando i colonizzatori fenici si spostarono e fondarono nel 654 a.C. quello che ancora oggi è il centro storico della città di Eivissa.
Sa Caleta è facilmente raggiungibile dalla strada che da Ibiza porta a San Josep, tra Cala Jondal ed Es Codolar.
Inoltre dell'epoca fenicio-punica rimangono sull'isola molte tracce archeologiche significative come la necropoli del Puig d'en Molins, che rappresenta la più grande necropoli fenicio punica mai ritrovata con le sue 3000 tombe a ipogeo: il cimitero dell'isola di Ibiza per tutta l'antichità.
Si trova, assieme al museo monografico, nel centro della città di Ibiza, vicino a Avenida de Espana, proprio nei pressi di dove sorgeva l'insediamento cittadino, in quanto per i fenici lo spazio dei vivi era sempre accanto allo spazio per i morti.
Altro luogo di estrema rilevanza per l’epoca fenicia è la grotta di Sa Culleram, santuario ricavato da una cavità naturale in cui dal III sec. a.C veniva adorata la dea Tanit: vi furono trovate più di 600 figure intere, migliaia di frammenti in terracotta e una iscrizione che attesta il luogo sacro alla dea.
La grotta si trova nella parte nord- est dell' isola, non lontano da cala San Vicente, percorrendo a piedi un sentiero in mezzo alla pineta: vale la pena proprio per scoprire come Ibiza sia uno scrigno al cui interno vivono tesori immortali.
La dea Tanit rappresentava la dea della fertilità e dell' abbondanza e le statue votive che la rappresentavano sono conservate all'interno del museo archeologico: ci riportano ad un antico culto primordiale che vedeva la Dea, una grande madre, come fondamento spirituale della comunità.
La sincronicità ci fa ricordare Iside, Astarte, tutte icone e simbolo di un' unica energia femminile che nella grotta di Sa Culleram veniva venerata e adorata, e in cui ancora oggi si può sentirne il ricordo visto che gli abitanti dell'isola e i turisti portano fiori e fanno piccole piramidi con le pietre come si usa fare anche nelle Ande per avere la protezione e buon auspicio.
Se per l'epoca romana possiamo menzionare il sito di es Pou des Lleò, nei pressi di Santa Elularia nella parte sud- est dell' isola, dove veniva prodotta la porpora a livello industriale, tanto da far denominare Ibiza dagli studiosi "industria romana della moda", i vandali, i bizantini e i visigoti portarono un periodo oscuro all'isola che si risollevò solo nel VII d.C con la conquista araba, dove prese il nome di Yebisah o Iabissa.
Infine nel 1235 la conquista catalana da parte di Guillem de Montfrì, che aveva ricevuto il benestare da Jaume I, riportò l'isola sotto il dominio spagnolo sconfiggendo i saraceni.
Dalt Vila, il centro cittadino, è riconosciuto dall' Unesco come la fortezza costiera meglio conservata del mediterraneo il cui aspetto attuale è del XVI secolo ad opera dell' architetto italiano Giovanni Battista Calvi.
Si entra nella parte fortificata della città dalla porta di Ses Taules, salendo per le strette e tipiche vie che portano fino alla parte più alta dove sorge la cattedrale e il museo archeologico.
La cattedrale gotica dedicata a Santa Maria della neve, nella parte alta del centro urbano sorse sulle vestigia di un antico tempio, probabilmente dedicato alla dea Astarte.
Per gli amanti del misticismo e dei fatti più inspiegabili anche Ibiza ha il suo luogo misterioso: il picco roccioso di Es Vedrà che sorge a 2 km dalla costa ibizenca nella parte sud- ovest stagliandosi dall' acqua con i sui 382 mt di altezza rappresenta un luogo magico dove a detta di molti furono avvistati Ufo, fasce concentriche luminose e dove la bussola perde ogni controllo come avviene nel triangolo delle Bermuda.
La leggenda rimanda questo luogo ai tempi di Atlantide, all' incontro fra Odisseo e le sirene o forse all'antica e perduta isola della dea cartaginese Tanit, ma di certo sappiamo che un frate carmelitano, Don Francisco Palau, colui che in seguito fondò l'ordine delle suore carmelitane, visse in eremitaggio in una grotta dell'isola di Es Vedrà tanto da potere osservare e tramandare numerosi di questi fenomeni inspiegabili oltre che di esperienze mistiche in cui nei momenti di meditazione gli apparivano esseri luminosi.
Rimane ancora oggi una grotta, raggiungibile con una non facile passeggiata,nei pressi di Cala d' Hort, percorrendo la strada Ibiza- San Josè, dopo la torre di Es Savinar.
Lo stesso Nostradamus nel XV secolo parlò di Ibiza nelle sue profezie dicendo che rappresenterà il luogo di salvezza della terra nel caso di una guerra nucleare, grazie alle strane correnti dei suoi venti.
Ricordiamo inoltre le bellezze paesaggistiche che si possono ammirare nell' isola, dalle stupende spiagge come cala Comta o cala Salada, alle Saline che producono l'oro bianco, il famoso sale di Ibiza, e il parco naturale dell' isola che presenta una immensa varietà di flora e fauna.
Questa è la vera Ibiza, un' isola spettacolare a 360°, pace o divertimento, archeologia e natura, un luogo per passarci due giorni oppure una vita intera.
Natalia Castaldini

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