06/07/09

Ibiza: alla scoperta dell' Isla Blanca tra luoghi magici e antiche profezie

Viaggio alla scoperta delle meraviglie naturali, storiche ed archeologiche dell'isla blanca, gli antichi simboli di Ibiza, antica colonia cartaginese dove nacque Annibale.
ma anche isola di antiche profezie: isola magica e luogo energetico, rifugio per l'umanità. Nostradamus ce ne parla nel XV sec. nelle sue profezie
Iside, Astarte e Tanit, alla ricerca dei simboli del culto femminile e lunare nei luoghi immersi nella natura, tra grotte naturali e manufatti archeologici.

Ibiza, terza per grandezza delle isole baleari con i sui 48 km di estensione, oggi è una delle mete turistiche indiscusse ed amate del mare Mediterraneo non solo per i suoi divertimenti e la vita notturna ma anche per le sue meraviglie storico, archeologiche e naturalistiche, patrimonio dell' umanità dal 1999.
Avventurarsi all' interno dell' isola per i campi di terra rossa che contrastano i bianchi mandorli in fiore in primavera, nei boschi profumati dai pini o per le scogliere del nord, risulta essere un' esperianza unica anche per il viaggiatore più esigente, perchè Ibiza, nonostante sia un'isola del Mediterraneo ha in sè il profumo dell' oriente e dell' esotico, degli antichi colonizzatori fenici, dei greci, ma anche di tutti coloro che in Ibiza hanno trovato un luogo di pace in cui vivere spinti dalla corrente new age e hippy degli anni 60.
Sin dai tempi più antichi la posizione così centrale nel mediterraneo fecero di Ibiza il luogo di incontro e di multiculturalità: basti pensare che già nel IV sec. a.C arrivò ad avere fino a 5000 abitanti.
Dai greci veniva chiamata Pithyusa per la numerose e fitte pinete, i romani la chiamarono EBUSUS, ma i primi e più importanti colonizzatori dell'isola furono i fenici, che chiamarono l'isola Ibosim, nome che deriva dal dio egizio del fuoco Bes.
Numerose sono le leggende sull'isola come quella che vuole che abbia dato i natali al grande condottiero Annibale o che gli egizi vi giunsero alla ricerca del materiale per costruire le piramidi.
La sua fondazione del 654 a.C. si deve ai colonizzatori fenici già presenti sull'isola dal II sec. a.C. e che ritenevano che fosse un'isola vegliata e benedetta dagli dei.
Essi lasciarono numerose tracce della loro dominazione fino alla conquista romana che avvenne nel 79 d.C. e l'isola venne chiamata Ebusos.
Dell'epoca fenicio-punica rimangono sull'isola molte tracce archeologiche significative tra cui la necropoli del Puig d'en Molins, che rappresenta la più grande necropoli fenicio punica mai ritrovata con le sue 3000 tombe a ipogeo: il cimitero dell'isola di Ibiza per tutta l'antichità.
Si trova, assieme al museo mongorafico, nel centro della città di Ibiza, vicino avenida de Espana, proprio al lato dove sorgeva l'insediamento cittadino, in quanto per i fenici lo spazio dei vivi era sempre accanto allo spazio per i morti.
Altri insediamenti sono sparsi nell'isola tra i quali spicca la grotta di Sa Cuyeram in cui veniva adorata la dea Tanit.
La grotta si trova nella parte nord- est dell' isola, non lontano da cala San Vicente, percorrendo a piedi un sentiero in mezzo alla pineta: vale la pena andare proprio per scoprire come Ibiza sia uno scrigno al cui interno vivono tesori immortali.
La dea Tanit rappresentava la dea della fertilità e dell' abbondanza e le staute votive che la rappresentavano sono conservate all'interno del museo archeologico: ci riportano ad un antico culto primordiale che vedeva la Dea, una grande madre, come fondamento spirituale della comunità.
La sincronicità ci fa ricordare Iside, Astarte, tutte icone e simbolo di un' unica energia femminile che nella grotta di Sa Cuyeram veniva venerata e adorata, e in cui ancora oggi si può sentirne il ricordo visto che gli abitanti dell’isola e i turisti portano fiori e fanno piccole piramidi con le pietre come si usa fare anche nelle Ande per avere la protezione degli dei.
Se per l'epoca romana possiamo menzionare il sito di es Pou des Lleò, nei pressi di Santa Elularia nella parte sud- est dell’ isola, dove veniva prodotta la porpora a livello industriale, tanto da far denominare Ibiza dagli studiosi "industria romana della moda", i vandali, i bizantini e i visigoti portarono un periodo oscuro all'isola che si risollevò solo nel VII d.C con la conquista araba, dove prese il nome di Yebisah o Iabissa.
Infine nel 1235 la conquista catalana da parte di Guillem de Montfrì, che aveva ricevuto il benestare da Jaume I, riportò l'isola sotto il dominio spagnolo sconfiggendo i saraceni.
Dalt Vila, il centro cittadino, è riconosciuto dall' Unesco come la fortezza costiera meglio conservata del mediterraneo il cui aspetto attuale è del XVI secolo ad opera dell' architetto italiano Calvi e che sorse sulle vestigia dell' insediamento fenicio punico: come era solito, la cattedrale nella parte alta del centro urbano sorse sulle vestigia di un antico tempio, probabilmente dedicato alla dea Astarte.
Si entra nella parte fortificata della città dalla porta di Ses Taules, salendo per le strette e tipiche vie che portano fino alla parte più alta dove sorge la cattedrale e il museo archeologico.
Per gli amanti del misticismo e dei fatti più inspiegabili anche Ibiza ha il suo luogo misterioso: il picco roccioso di Es Vedrà che sorge a 2 km dalla costa ibizenca nella parte sud- ovest stagliandosi dall' acqua con i sui 382 mt di altezza rappresenta un luogo magico dove a detta di molti furono avvistati Ufo, fasce concentriche luminose e dove la bussola perde ogni controllo come avviene nel triangolo delle Bermuda.
La leggenda rimanda questo luogo ai tempi di Atlantide, all' incontro fra Odisseo e le sirene o forse all'antica e perduta isola della dea cartaginese Tanit, ma di certo sappiamo che un frate carmelitano, Don Francisco Palau, colui che in seguito fondò l'ordine delle suore carmelitane, visse in eremitaggio in una grotta dell'isola di Es Vedrà tanto da potere osservare e tramandare numerosi di questi fenomeni inspiegabili oltre che di esperienze mistiche in cui nei momenti di meditazione gli apparivano esseri luminosi.
Rimane ancora oggi una grotta nei pressi di Cala d' Hort ferquentata sin dai tempi degli hippy che cercavano in questo luogo la pace, la spiritualità e il misticismo.
Per raggiungere questo luogo prendete la strada che va da Ibiza a San Josè, direzione cala d’Hort e si troverà poi un sentiero che raggiunge la suddetta grotta e infine il mare proprio di fronte a Es Vedrà.
Lo stesso Nostradamus nel XV secolo parlò di Ibiza nelle sue profezie dicendo che rappresenterà il luogo di salvezza della terra nel caso di una guerra nucleare, grazie alle strane correnti dei suoi venti.
Ricordiamo inoltre le bellezze paesaggistiche che si possono ammirare nell’ isola, dalle stupende spiagge come cala Comta o cala Salada, alle Saline che producono l’oro bianco, il famoso sale di Ibiza, e il parco naturale dell’ isola che presenta una immensa varietà di flora e fauna.
Questa è la vera Ibiza, un’ isola spettacolare a 360°, pace o divertimento, archeologia e natura, un luogo per passarci due giorni oppure una vita intera.



( articolo pubblicato sulla rivista Turisti per Caso Magazine, giugno 2009)

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